domenica 25 luglio 2010

L’Esame di Stato per l’iscrizione all’Ordine dei Chimici

Come tutte le professioni, anche quella del chimico è tutelata da un Ordine, il cui Albo è suddiviso in due Sezioni, la A e la B. Agli iscritti nella Sezione A spetta il titolo professionale di “chimico”, mentre agli iscritti nella Sezione B quello di “chimico iunior”.
Entrambe le iscrizioni sono subordinate al superamento di un relativo esame, per il quale sono richiesti differenti titoli di ammissione e diverse tipologie di prove che, sebbene vertano sugli stessi argomenti, possono prevedere dei contenuti differenti.
Per essere ammessi all’Esame di Stato per la Sezione A, è necessario essere in possesso della laurea specialistica nelle classi 62/S (Scienze Chimiche), 81/S (Scienze e Tecnologie della Chimica Industriale) e 14/S (Farmacia e Farmacia Industriale), mentre per l’ammissione all’Esame di Stato per la Sezione B è richiesta la laurea nelle classi 21 (Scienze e Tecnologie Chimiche) e 24 (Scienze e Tecnologie Farmaceutiche).
Per entrambe le tipologie di esame sono previste quattro prove: una scritta vertente su argomenti di chimica applicata, una seconda prova scritta vertente su argomenti di chimica industriale o farmaceutica a scelta del candidato, una prova orale nelle materie oggetto delle prove scritte ed in legislazione e deontologia professionale e, infine, una prova pratica consistente in analisi chimiche.
L’Esame di Stato per l’iscrizione all’Ordine dei Chimici, quale noi oggi lo conosciamo, è stato riformato dal DPR del 5 giugno 2001 n.328, che ne ha modificato i requisiti di accesso e lo svolgimento delle prove anche per conformarsi alla riforma universitaria. Obiettivo dell’Esame di Stato non è soltanto quella di verificare la sussistenza dei requisiti per l’esercizio della professione, ma anche quello di consentire allo stesso candidato di prendere coscienza dell’importante ruolo professionale che andrà a ricoprire. Non si deve, appunto, trascurare il fatto che il conseguimento dell’idoneità all’Esame di Stato rappresenta un passaggio importante per l’esaminato che, da quel momento in poi, sarà cosciente di dover operare nella realtà del sistema sociale, mettendo le sue competenze a servizio dei cittadini. Per questo, una delle “strategie” migliori per superare le prove è quella di unire alle competenze teoriche e pratiche conseguite durante il proprio percorso di studi, un forte senso critico e la capacità di far emergere il proprio punto di vista, senza dimenticare di dimostrare una certa flessibilità e capacità di rispondere ad esigenze concrete e sempre mutabili.
E’ proprio in virtù di questo “spirito” che da qualche tempo l’Ordine dei Chimici, attraverso il proprio Consiglio Direttivo guidato da Luigi Romano, sta cercando di promuovere una stretta sinergia tra i centri di formazione (Università, Società Scientifiche, Enti di Formazione) e i contenitori di professionalità (Industrie, Pubblica Amministrazione, Libera Professione), passando per quel tramite che sono, appunto, gli Ordini Professionali. Un coordinamento, questo, che ha lo scopo di rispondere alle emergenze e alle esigenze più pregnanti della società moderna, tanto a livello nazionale quanto globale.

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