martedì 7 settembre 2010

La Biennale di Architettura: evento per la contemporaneità

Ha avuto inizio il 29 agosto e si protrarrà fino al 21 novembre la dodicesima edizione della Biennale di Architettura di Venezia.

Diretta dal noto architetto Kazuyo Sejima e presieduta da Paolo Baratta, la rinomata Mostra Internazionale dell’architettura si svolgerà a Venezia ai Giardini e all’Arsenale nonché in vari luoghi di Venezia. Per la prima volta la direzione dell’intera manifestazione è stata affidata ad una donna reduce anche dell’assegnazione del prestigioso Pritzker Architecture Prize insieme a Ryue Nishizawa. Intitolata “People meet in architecture” la mostra principale è stata allestita all’interno del Palazzo delle Esposizioni della Biennale e all’arsenale formando così un unico percorso espositivo con ben 48 partecipanti tra studi architetti ingegneri e artisti da tutto il mondo. Inoltre, come da tradizione, all’interno dei padiglioni storici ai giardini nel centro storico di Venezia saranno esposte le 53 Partecipazioni nazionali. Il titolo del padiglione italiano, organizzato dal Ministero per i beni e le attività culturali in collaborazione con il PaBAAC e la direzione generale per il paesaggio, arti, architettura e l’arte contemporanee e curato interamente da Luca Molinari.

Ben sei sono le nazioni presenti per la prima volta e sono Albania, Bahrain, Iran, Malesia, Marocco e Ruanda. Numerosi sono inoltre gli eventi collaterali che arricchiscono e fanno da corollario a quelle che sono le mostre principali. Questi si compongono essenzialmente di convegni, manifestazioni e incontri volti ad avvicinare sempre più l’architettura e il design alla gente comune e alla vita di tutti i giorni esponendo numerosi progetti ed elaborazioni grafiche innovative e stravaganti ma realizzabili. Molte saranno le innovazioni proposte per l’arredamento bar, design d’interni e altre tipologie di architettura applicabili alla vita di tutti i giorni.

Questa edizione proprio per volere del suo direttore è infatti rivolta ad esprimere l’architettura come forma d’arte portatrice di nuovi valori e stili di vita, un’occasione unica e imperdibile per sperimentare le sue molteplici possibilità e alle sue pluralità di approcci e progettazioni. “Ogni suo orientamento è in funzione di un modo di vivere diverso” ha infatti affermato Sejima. Proprio per favorire questa modalità espressiva infatti ogni partecipante è stato chiamato alla gestione autonoma del proprio spazio espositivo e quindi la progettazione stand permettendo così di esprimere le proprie posizioni nei riguardi dello spazio di interazione tra ambiente e società. Così facendo ogni partecipante è divenuto curatore di se stesso e la mostra diventa possibilità di espressione da diversi sguardi invece che adattarsi essa stessa allo spazio è lo spazio che si adatta all’esposizione.

Due sono le principali manifestazioni collaterali che si svolgeranno all’interno della Biennale una rivolta al pubblico in generale e chiamata “I sabati dell’Architettura” e l’altra rivolta agli studenti intitolata “Destinazione Biennale di Venezia. Universities meet in architecture”.
I Sabati dell’architettura è una serie di conversazioni e momenti di discussione settimanali con architetti, critici e personalità del mondo dell’architettura nazionale e mondiale che intende ripercorrere la storia della biennale. Agli incontri infatti sono chiamati ad intervenire i direttori delle precedenti edizioni ed incontrare il pubblico esponendo così e linee guida che hanno caratterizzato il loro lavoro e la loro manifestazione. Ogni sabato sarà quindi curato dal direttore in carica accompagnato dal direttore dell’edizione che si intende approfondire.

La manifestazione rivolta alle università invece è volta alla collaborazione con gli istituti di formazione offrendo una proposta di visita alla Mostra da loro programmata e organizzata in maniera estremamente didattica e formativa, che spazi dalla visita alle mostre di architettura internazionale e nazionale passando per l’allestimento stand. Il progetto infatti la possibilità di attivare specifici protocolli d’intesa con le Università per l’accredito di gruppi di minimo 50 studenti accompagnati dai docenti, in modo che possa rivestire una valenza in crediti formativi.

A cura di Martina Celegato
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