mercoledì 22 settembre 2010

Le terme Varroniane: un tesoro da scoprire

La regione del Lazio come ben sappiamo include perle storiche quali la città di Roma e tutti i resti della civiltà romana che qui aveva posto le basi della storia di tutta l’Europa.

Oltre ai noti monumenti e reperti storici esistono luoghi che probabilmente sono ancora proprio apprezzati ma che contengono un incomparabile patrimonio artistico naturalisti e storico. Uno di questi è un punto raggiungibile molto facilmente da un hotel a Cassino ed è conosciuto con il nome di Terme Varroniane.

Il Parco delle Terme Varroniane è facilmente raggiungibile sia dall’autostrada del sole seguendo l’uscita per cassino sia dalla Casilina. Precisamente il parco si trova nella zona denominata monticello dove oltre a confluire la acque del fiume Rapido sgorgano migliaia di sorgenti che vanno a formare uno dei rami del fiume Gari. Grazie alla quantità di acque che qui si riuniscono questa zona termale è classificata come la più grande d’Italia. Particolarmente suggestivo in primavera e autunno grazie alla folta vegetazione questo parco è uno dei preferiti dai turisti che soggiornano in alberghi a Frosinone o a Cassino e vogliono prendersi un momento di riposo e di relax godendo delle proprietà di queste acque ma anche della natura.

Come suggerisce il nome queste terme erano note già durante l’epoca romana quando tutto il popolo era a conoscenza e sfruttava le insite proprietà di queste acque e dei suoi derivati. Fatte erigere da Marco Terenzio Varrone, che qui vicino possedeva un grande villa di campagna nella quale Cicerone sostiene si tennero numerosi incontri d’amore dello sregolato Marco Antonio. La storia vuole che sia stato proprio Varrone a far erigere un edificio termale all’interno del suo podere proprio nel punto in cui nascevano le acque del Gari, il podere fu poi acquistato dalla moglie Fundania e il celebre scrittore vi si ritirò in vecchiaia dove scrisse la sua celeberrima opera “De re rustica” scritta appositamente per la moglie in revisione della sua morte, dove egli dava indicazioni e suggerimenti per la corretta amministrazione della villa.

Arrivando all’età moderna è documentato che Antonio da Sangallo fu il primo a rilevare e studiare la pianta stessa dell’edificio che era composto da una sala ottagonale dalla quale si ramificava una struttura a croce greca, con diverse cellae frigidarie e calidarie, come comandava la tradizione romana. Numerose erano poi le effigi degli antenati lungo i percorsi alberati.

Come le terme di Montecatini anche le terme di Varrone sono note per le loro qualità curative sia per trattamenti esterni quindi bagni, immersioni e terapie per i dolori osteoarticolari sia per trattamenti interni che prevedono l’ingestione di tali acque, soprattutto utilizzate per i trattamenti idropinici, indicati per curare le patologie dell’apparato gastroenterico. Si stima che il flusso delle acque sia pari a 18 metri cubi all’ora e la sua temperatura è pressoché costante a 13 gradi.
Oltre allo stabilimento curativo però questa oasi di pace offre numerose alternative per chi voglia dormire a sora ma concedersi il lusso di una giornata, e perché no due, di relax completo e rigenerante.

A cura di Martina Celegato
Prima Posizione srl
Ufficio stampa

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