venerdì 12 novembre 2010

Ecosistema Urbano 2010: ecco i dati sulla vivibilità delle città italiane-2° Parte


Se i dati diffusi da Ecosistema Urbano 2010 ci restituiscono l’immagine di città sempre più alle prese con problemi di vivibilità e di inquinamento, meglio sembrano fare i piccoli e medi centri, in controtendenza rispetto grandi poli urbani indipendentemente dalla collocazione geografica. Il dato più positivamente significativo riguarda i piccoli capoluoghi che per il 2010 hanno fatto registrare delle ottime performance ambientali. Tante le città medio-piccole, infatti, che sono riuscite a guadagnare molte posizioni come Oristano che passa dalla 74esima alla 22esima posizione, Avellino che passa addirittura dall’80esimo alla 29esimo posto, Sondrio che dalla 73esima posizione passa alla 35esima, e ancora Isernia da 95esima a 52esima e Pordenone che entra addirittura nella top ten, passando dal 73esimo posto del 2009 all’ottavo del 2010. Ma gli ottimi dati dei piccoli centri non sono l’unica novità, visto che a meravigliare è anche la presenza nelle prime 40 posizioni di cinque capoluoghi meridionali, due dei quali campani, Salerno che dal 34esimo posto passa al 19esimo e Avellino che dall’80esima posizione balza addirittura alla 29esima. Risultati, questi, che si devono soprattutto, e paradossalmente considerando la grave condizione di Napoli, all’incremento e al miglioramento della raccolta differenziata che in queste due province campane pare funzionare al meglio.

I migliori e i peggiori: Prima in assoluto è Belluno che l’anno scorso si era dovuta accontentare della seconda posizione, mentre quest’anno è riuscita a conquistare la vetta grazie soprattutto agli ottimi dati relativi alla qualità dell’aria, al miglioramento della raccolta differenziata e all’aumento del numero dei cittadini che fa uso dei servizi di trasporto pubblico. Al secondo posto si piazza Verbania, terza è Parma che conferma la sua tradizionale presenza tra le migliori, sebbene la sorpresa più grande sia l’ingresso tra le prime dieci di Pordenone che arriva all’ottavo posto mentre lo scorso anno era 37esima. L’avanzamento del capoluogo friulano si deve soprattutto all’ottima qualità dell’aria, alla diminuzione della produzione dei rifiuti e al miglioramento della raccolta differenziata.
Se questi sono i migliori, quali sono invece le città che occupano le posizioni più basse della classifica?
Delude Palermo che in un anno perde addirittura undici posizioni passando dal 90esimo posto del 2009 al terzultimo di quest’anno, mentre va anche peggio Catania che si guadagna la maglia nera con il suo 130esimo posto in graduatoria, riconfermando, quindi, il triste primato del 2009. Le cause del tracollo della città siciliana sono molti tra i quali la cattiva qualità dell’aria, frequenti perdite della rete idrica, che toccano addirittura quota 50%, gli alti consumi idrici pro-capite, e un sistema di depurazione che copre appena il 20% dell’utenza. Il tutto senza contare il servizio di trasporto pubblico scarsamente utilizzato, l’aumento del numero delle auto private in circolazione, una elevata produzione dei rifiuti, una raccolta differenziata che stenta a decollare e pochissime aree riservate ai pedoni e ai ciclisti( circa 5 metri quadrati per abitante).
Positivi solo i numeri relativi all’utilizzo dei pannelli solari istallati sugli edifici comunali ogni 1.000 abitanti: anche quest’anno, infatti, Catania si riconferma prima con 4,77 metri quadrati installati ogni 1000 abitanti.
Una situazione preoccupante che di certo allarma sulla situazione ambientale delle nostre città e conseguentemente mette in guardia contro i pericoli che ne derivano per la salute dei cittadini.
Secondo il Presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, le soluzioni possono esserci, ma c’è bisogno di coraggio per promuoverle.
“Dobbiamo guardare all’Europa. Il road princing a Londra per esempio, con il pedaggio per le automobili in una vasta area del centro, ha ridotto il traffico del 21%, fatto salire del 6% il numero di passeggeri del trasporto pubblico e portato nelle casse comunali un introito di oltre 150 milioni di euro l’anno da reinvestire nella mobilità sostenibile. Barcellona ha puntato sulla rete su ferro e Parigi ha alleggerito il traffico puntando sul Bike sarin, con decine di migliaia di biciclette a disposizione di cittadini e turisti in tutta la città”.

Ufficio Stampa

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