lunedì 24 gennaio 2011

La Radio, l’invenzione che ha cambiato il mondo

Storicamente una delle invenzioni più importanti, che si è resa fondamentale nell’evolversi della condizione e della comunicazione umana è senza ombra di dubbio la radio.

Forse molto più della televisione, che di fatto rappresenta un’evoluzione della radio stessa, la radio fin dalla sua nascita è riuscita in uno scopo impensabile all’epoca: essere punto di riferimento per l’informazione immediata e l’intrattenimento.

Sicuramente il periodo d’oro della radio lo si può individuare attorno agli anni ’50, dopo la seconda guerra mondiale, durante la quale la radio era divenuta la unica e sola fonte di informazione per molte famiglie e molte emittenti come radio veneto, Venezia, Londra erano divenuta l’unica fonte realistica di informazioni e notizie sullo stato del fornite e la situazione dei partigiani che combattevano di nascosto.

In Italia è proprio dopo la guerra che la radio vive la sua più grande ed esponenziale evoluzione grazie all’intervento della RAI, ossia la Radio Audizioni Italiane, e al calo vertiginoso del prezzo degli stessi apparecchi permettendone l’acquisto praticamente a tutti gli italiani. Nel 1951 viene trasmessa la prima diretta radio fm del Festival di Sanremo e da quel momento la radio diventerà il veicolo centrale per l’opinione pubblica e la diffusione capillare di tendenze e informazioni. Vengono subitaneamente create tre emittenti radio pubbliche Nazionale, Secondo e Terzo e contemporaneamente viene regolarizzata la frequenza del radio giornale, che fin dall’inizio deve essere imparziale e vigilato dall’apposita commissione.

Nel 1954 con l’introduzione di massa della televisione la radio viene ad avere una funzione e una collocazione più di nicchia e riservata a determinate situazioni come l’auto, è di questo periodo l’invenzione dell’autoradio, trasportabile in locali giovanili, vedi le radio portatili e molto altro che ha permesso all’apparecchio di resistere al tempo attraverso il cambiamento della forma, ma non della sostanza.<

Fino alla fine degli anni ’60 la radio è sempre stata prerogativa per legge della RAI ma con la contestazione studentesca e tutto il periodo rivoluzionario che ha accompagnato il 68 nascono le radio italiane private che trasmettono programmi rivolti soprattutto ai giovani come Chiamate Roma 3131 e ufficialmente nel 1976 finisce il monopolio RAI, dando il via ad u grande periodo creativo per quanto riguarda la radio che vede nascere numerose radio locali ad una velocità veramente entusiasmante. Basti pensare che il numero delle radio libere passa da circa 150 nel 1975 a 2800 nel 1978!

Negli anni ’80 si diffonde però un altro principio quello delle radio private, a causa dell’aumento degli introiti pubblicitari delle emittenti stesse che quindi calcolano l’importanza di una radio non solo sull’informazione e sulla musica trasmesse ma anche sulla mole di ascoltatori.

La prima radio privata in Italia e Radio Deejay, rilevata nel 1981 da Claudio Cecchetto e a seguire Radio Italia e Radio Italia Network. L’anno successivo anche la RAI lancia due ulteriori emittenti che invece di puntare all’intrattenimento punta a programmi di approfondimento.

Dopo un periodo di crisi verso la fine degli anni ’90, dovuta all’introduzione di massa di nuove tecnologie quali gli mp3, la radio si vede rinascere grazie all’introduzione dei player in streaming che permettono di ascoltare musica direttamente dal pc, e quindi in qualsiasi momento della giornata, non a caso tutte le radio ormai stanno puntando alla musica digitale, così come molte sono le emittenti nate direttamente sul web, insomma un nuovo ciclo di radio libere!

A cura di Martina Celegato

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