lunedì 11 giugno 2012

Problemi di fertilità: istruzioni per l'uso

Sulla base di quanto stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, si definisce infertile una coppia che dopo aver avuto per 12 mesi rapporti continuativi non protetti, con una certa frequenza e mirati, non riesce ad ottenere una gravidanza.

I fattori che possono determinare questo tipo di situazione sono molteplici, e riguardano sia problemi femminili che maschili; un luogo comune che va sfatato è certamente quello che riguarda la soglia dell’età: anche se è vero che per la donna, il fattore età ha un’ influenza non indifferente sul suo grado di fertilità, è esattamente lo stesso per l’uomo.

Prima di pensare di rivolgersi ad un centro procreazione assistita, per una consultazione medica approfondita e gli accertamenti del caso, è necessario armarsi di pazienza ed attendere perlomeno un anno solare, durante il quale è necessario avere rapporti regolari, facendo attenzione possibilmente ai periodi fertili della donna.

Le indicazioni pubblicate nel 2004 dal National Institute for Clinical Excellence inglese parlano di una frequenza ottimale dei rapporti di 2-3 volte la settimana; un precedente studio della Wilcox et al. conferma in parte questa prima teoria, dimostrando come le gravidanze reali avvengano nel 37% dei casi in coppie che hanno rapporti quotidiani, nel 33% nelle coppie che hanno rapporti a giorni alterni e solo nel 15% nelle coppie che hanno in media rapporti una volta a settimana.

Tale percentuali sono date al fatto che raggiungendo una frequenza regolare dei rapporti sessuali, l’uomo ha maggiore possibilità di inserirsi in una “finestra fertile”, ossia nel periodo di maggiore fertilità femminile, che di solito coincide con il periodo che va da 6 giorni prima dell’ovulazione, fino al giorno stesso in cui avviene l’ovulazione; ovviamente qualunque medico esperto in problemi di fertilità, confermerà che questa è una tendenza, non una regola certa, dato che i periodi fertili variano in funzione del ciclo mestruale della donna. Studi del 2008 dimostrano come la probabilità di concepimento con un singolo rapporto, sia del 3.2% se il rapporto ha luogo l’ottavo giorno dall’inizio del ciclo mestruale, del 9.4% se ha luogo il 12° giorno dal ciclo e scende al di sotto del 2% se ha luogo dal 21° giorno dal ciclo.

Una volta seguite queste linee guida per quello che riguarda la frequenza dei rapporti, particolare attenzione va data anche al liquido seminale, dato che nel 34% dei casi la causa del mancato concepimento va ricercata nel partner maschile e nel 27% di questi, la causa è proprio nell’ eiaculato; prima di procedere infatti ad una inseminazione lui, va appurato- da personale medico qualificato ed in strutture ospedaliere- qual è la causa dell’incapacità del seme maschile di fecondare l’ovocita.

A tale proposito tre sono le cause che potrebbero determinare il problema: una alterazione nelle caratteristiche degli spermatozoi, qualche alterazione dell’apparato genitale maschile che impedisce agli spermatozoi di fuoriuscire normalmente con l’eiaculato o l’assenza di produzione di spermatozoi. A tal proposito si individuano sostanzialmente due tipi di sterilità: la secretoria, che configura un’anomalia nella qualità o quantità del seme, e quella escretoria, che configura un’alterazione delle vie di deflusso degli spermatozoi.

Articolo a cura di Serena Rigato
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