Internet e i minori è uno dei temi che più suscita lì interesse di comunicatori esperti e molto altro da sempre per capire quali siano i processi psicologici e comunicativi che entrano in gioco quando si parla di dinamiche “virtuali”.
Fortunatamente la sensibilità di tali studiosi ha portato ad elaborare molti consigli e guide pratiche che possono aiutare anche i genitori a controllare e “mettere al sicuro” i propri figli e controllare il benessere di bambini sicuri online. Perché molte volte gli abusi, o i rischi a cui vengono esposti i più giovani, siano essi bambini o adolescenti non importa, sono causati non dall’incoscienza degli stessi ma dall’”ignoranza” dei genitori che non conoscendo il mondo del web e cosa si rischia non possono attuare quelle modalità di controllo o schermatura dei rischi che facilmente renderebbero la navigazione sicura e tranquilla.
Basti pensare all’uso dei Social Network, veri e propri centri di socializzazione, che possono entrare nella vita reale degli utilizzatori e in alcuni casi comprometterla nel caso di più giovani. Non sono pochi i casi saliti agli onori della cronaca che narrano di ragazze e ragazzi perseguitati su Facebook o altri network, uno stalking che però non viene riconosciuto in quanto velato dal sottile strato di virtualità ma nella realtà più reale della vita stessa, una conseguenza che deriva dalla poca attenzione nel navigare sicuri. Episodi del genere possono infatti compromettere oltre che il benessere psicofisico di una persona anche il suo coerente sviluppo emotivo e la sua socializzazione.
Se un ragazzo si iscrive a Facebook (solo per prendere il più noto tra i social network), a meno che il genitore non sia iscritto anch’egli e rientri tra i suoi contatti non poterà mai sapere con chi e quanta gente il figlio possa venire in contatto. Molto di più non si potrà mai venire a sapere con quali di essi il figlio chatti quotidianamente e con quanti si incontri al di fuori, nella vita reale.
Una recente inchiesta svolta da Microsoft e presentata in occasione del Safer Internet Day ha evidenziato come, tra i teenager italiani, che ad oggi rappresentano la fascia più a rischio in assoluto, il 40% dichiara di scegliere autonomamente di porre dei limiti all’accesso del proprio profilo mentre il 15% dichiara di non adottare nessun limite di questo genere. Il 60% dei teenager intervistati dichiara di essere stato contattato da uno sconosciuto tramite il social network, forma più diffusa di adescamento, tra questi il 48% ha bloccato il contatto, il 37% ha accettato la richiesta per soddisfare la propria curiosità e il 7% non ha avvisato i genitori.
Ma il dato più preoccupante che emerge da questa inchiesta è di altro tenore: il 32% dei genitori italiani dichiara di non controllare minimamente il comportamento dei figli all’interno della rete. Ovviamente, senza cadere negli allarmismi, è chiaro che un genitore classificato come non nativo digitale come il figlio non possa controllare ogni passo del figlio ma, con un piccolo sforzo, si può comunque evitare di far correre inutili rischi. Come? Beh stabilendo delle regole chiare e ben precise, come quelle che si sono sempre stabilite nell’uso della tv, nella scuola e nello sport, quindi regolandone l’uso in determinati orari e contesti, dirigendo l’attenzione verso altre attività e dialogando sempre in maniera aperta con i figli, unica via per capirli e fornire anche loro quell’equilibrio necessario per superare momenti difficili.
A cura di Martina Celegato
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